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(In molti leggete questo articolo, ma non dimenticate di dare un’occhiata anche a tutti gli altri, perché di posti fantastici ne ho visitati parecchi: curiosate nel BLOG e visitate la PAGINA FACEBOOK!)

L’hanno chiamata “Casa delle Favole”, “Casa di Hansel e Gretel” o “Casa di Adamo ed Eva”. Spersa nella campagna, è una casetta azzurra dalla quale spuntano piccole creature buffe e sorridenti che danzano, cantano, chiacchierano e si fanno dispetti. Sono statuine di ogni foggia e colore. Sono tante. A qualcuna manca un pezzo, altre hanno perso la testa ma continuano a sorridere.

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Varcata la soglia, ci si lascia alle spalle questo piccolo popolo per incontrare altri personaggi, coloratissimi e variegati, dipinti su ogni angolo di muro, su ogni centimetro quadrato.

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Ci si chiede chi mai potesse abitare in un posto così, così pazzesco. Si fa vagare lo sguardo fra vecchi vestiti buttati a terra, libri ammuffiti, un paio di stufe a legna. Nonostante l’abbandono  viene da pensare che qui non ci siano mai state troppe comodità, neanche quando oltre alle statue e ai disegni ci abitavano persone in carne e ossa.

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Ma chi erano gli abitanti artisti che hanno creato questo guscio modellandolo a immagine della loro visione del mondo? Le poche tracce sono un nome apposto come firma su molte delle opere dipinte: “Alice Nelly”. Chiedendo, cercando, confrontando le proprie informazioni con quelle raccolte da altri che sono passati di qui, tutti vittime dello stesso fascino, si viene a sapere che in questa casa ci vivevano fratello e sorella: Nellino e Alice Nelly. Altro fatto ritenuto abbastanza certo è che facessero a meno di elettricità e acqua corrente. Una visita al cimitero del paese svela che Alice è venuta a mancare nel 2007, ma non ci sono notizie sul destino del fratello. Da questi brandelli di verità sono sbocciate ipotesi fantasiose sulle vicende e la vita dei due fratelli, storie che hanno rivestito di leggenda Alice e Nellino donando loro l’immortalità  che meritano coloro che lasciano i propri sogni in prestito.

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Doveva fare freddo lì d’inverno, ci si sorprende ogni tanto a pensare.  E poi ci si immagina come fosse la vita di tutti i giorni. È una casa che torna in mente, anche quando si sta facendo altro. Anche quando distrattamente si sfoglia un libro di storia locale e ci si imbatte in una foto in bianco e nero. Ci sono un uomo e una donna, non più giovani. E ci sono loro, le statuine, proprio loro. Ecco allora che Alice e Nellino hanno un volto e un sorriso. Ora è possibile immaginarli nella loro casa, lei a dipingere sui muri, lui a modellare statuette. Sulle pagine del libro leggiamo la loro storia.

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Si erano trasferiti in questa casa nel lontano ’46, con la madre. Il padre era morto folgorato mentre lavorava su una linea elettrica dell’alta tensione: di qui il rifiuto della madre di dotare la casa di impianto elettrico, un rifiuto che i suoi figli fecero proprio. Il racconto riportato nel libro offre parecchi altri aneddoti che aiutano a capire quanto i due fossero anticonformisti e, a loro modo, felici. Nellino venerava la sorella al punto da non chiamarla per nome, per lui era Divina e con questo appellativo si rivolgeva a lei. Entrambi avevano adorato la madre e Nellino, alla sua morte, realizzò una serie di sculture di angeli e santi che pose nei pressi della tomba. Le sue creazioni, però, creavano un ingombro notevole, tanto che il Comune dovette predisporne lo sgombero. La figura della madre deve essere stata una presenza forte, imprescindibile, aveva questo folle desiderio che i suoi figli si sposassero fra loro… e quel suo desiderio possiamo dire che loro lo abbiano esaudito.

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Alice e Nellino erano entrambi insegnanti. Vivevano dei prodotti dell’orto e avevano polli e galline. Ascoltavano le notizie dalla radio a batterie e per far luce di notte usavano lumini a petrolio. Alice cuciva i vestiti che indossavano e si racconta che lei avesse gusti molto raffinati e non rinunciasse al vezzo di usare scarpe col tacco. Nellino ha raggiunto l’amata sorella nel 2013, ora sono di nuovo insieme e lo saranno per l’eternità.

Alcune delle informazioni riportate in questo articolo e la foto di Alice e Nellino sono tratte dal libro “I Colli Euganei nella memoria – vecchie storie, antiche leggende, canzoni e tradizioni” di Danilo Montin, Proget Edizioni.

Altre foto di questa casa le trovate in QUESTO ALBUM e se volete visitarla mentre fuori nevica, ecco ALTRE FOTO

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